Ultimo aggiornamento il 18 Gennaio 2021 by Giulio Bigliardi
Quali variabili considerare?
Ho già parlato di quali sono le tecnologie di stampa 3D oggi disponibili e di quali sono le differenze tra una e l’altra, in termini di risultato finale, qualità e materiali disponibili.
A seconda dell’oggetto che dobbiamo produrre e della funzione per cui ci serve, è necessario scegliere la tecnologia di stampa 3D più efficace.
Per fare una scelta corretta è necessario considerare sempre alcune variabili legate all’oggetto da stampare:
- dimensioni: non tutte le tecnologie di stampa 3D hanno lo stesso volume di stampa, si può passare da pochi decimetri cubi ad alcuni metri cubi;
- livello di dettaglio: alcune tecnologie riescono a produrre dettagli molto piccoli in modo più preciso rispetto ad altre;
- materiale: non tutti i materiali sono disponibili per ogni tecnologia;
- robustezza: a seconda della tecnologia e del materiale scelto produrremo oggetti più o meno robusti;
- finitura superficiale: la qualità della superficie della stampa 3D è legata principalmente al tipo di tecnologia utilizzata; alcune tecnologie realizzano oggetti con superfici molto lisce e regolari, altre con superfici più grezze;
- costo: stampanti 3D e materiali differenti hanno costi differenti;
- numero di esemplari: ci sono tecnologie di stampa 3D più indicate rispetto ad altre per produrre piccole serie di oggetti, perché permettono di ottimizzare i costi di produzione.
All’interno di ogni settore di applicazione della stampa 3D, col tempo, sono state identificate e selezionate le soluzioni più efficaci, in termini di costi, scelta di materiali e qualità finale della stampa.
Ad esempio, in ambito dentale e in quello orafo si fa largo uso della tecnologia di stampa 3D a resina o Vat polymerization (SLA – Stereolitography oDLP – Direct Light Processing), poiché si tratta di settori in cui si ha necessità di stampe con dettagli molto piccoli, di volumi di stampa ridotti, di resine biocompatibili o castabili per lavorazioni a cera persa. In ambito meccanico, sempre più spesso, la fa da padrone la stampa in metallo. Per chi si occupa di realizzare prototipi, le tecnologie di stampa multimateriale e a colori (MJ – Material Jetting o DOD – Drop On Demand) sono quelle più diffuse.
Per quanto mi riguarda, nel settore culturale e artistico, ho avuto occasione di impiegare molte delle principali tecnologie di stampa 3D, di volta in volta scelte in base all’effetto finale che volevo ottenere e in base al budget del cliente. Un conto, infatti, è realizzare supporti tattili per percorsi museali per ciechi e ipovedenti, un altro è realizzare riproduzioni realistiche per mostre, un altro ancora è realizzare strumenti per la didattica dei bambini.
Facciamo un esempio
E’ difficile individuare una tecnologia di stampa 3D in grado di soddisfare ogni volta tutte le nostre esigenze; molto più spesso è necessario trovare un compromesso, dando la precedenza alle variabili più importanti.
Ad ogni esigenza corrisponde una diversa soluzione di stampa 3D e in certi casi, fortunatamente, anche più di una. Facciamo un esempio: ipotizziamo di dover riprodurre il volto di una statua, quindi un oggetto di circa 30 cm di altezza.
Abbiamo diverse alternative:
- stampa 3D a filamento (FFF/FDM) in plastica o in plastica addizionata a polvere di marmo o di metallo. Il vantaggio consiste in una scelta di materiali più ampia, nei costi ridotti e nella robustezza dell’oggetto stampato; mentre gli svantaggi sono una superficie finale leggermente ruvida in cui sono ben evidenti i layer di stampa;
- stampa 3D a resina (SLA/DLP). Il vantaggio consiste nella superficie finale che sarà molto liscia e regolare, senza layer visibili; gli svantaggi sono un costo anche di 7 o 8 volte superiore alla soluzione precedente (indicativamente), la possibilità di usare solamente plastiche e un oggetto finale poco robusto;
- stampa 3D a polvere (SLS) in plastica. I vantaggi sono ancora nella qualità della superficie in cui saranno pochissimo evidenti i layer, seppur meno liscia della soluzione in resina, nella robustezza della stampa; gli svantaggi sono un costo indicativo di 4 o 5 volte superiore alla soluzione 1 e la possibilità di usare solo plastiche.
A questo punto dovremmo scegliere la tecnologia di stampa 3D che riteniamo più idonea, decidendo se privilegiare l’aspetto economico o la qualità finale della superficie.
Se la riproduzione è destinata, ad esempio, ad attività con le scuole, la soluzione 1 è probabilmente la più indicata. Se, invece, si tratta di un oggetto che deve essere esposto in una mostra e non abbiamo problemi di budget, le soluzioni 2 e 3 potrebbero essere più idonee. Nel caso di una mostra, se invece il budget è ridotto, potrebbe essere conveniente la soluzione 1, post-lavorata a mano per nascondere i layer, tramite levigatura e verniciatura; come nel caso delle riproduzioni dell’immagine che segue.
L’aspetto fondamentale è conoscere bene le tecnologie di prototipazione e di stampa 3D a disposizione, con tutti i pro e i contro, per aver ben chiaro quale sarà il risultato finale a seconda della soluzione scelta.
Altrimenti corriamo seriamente il rischio di scegliere, inutilmente, una tecnologia molto costosa quando avremmo potuto usarne una più economica; oppure, all’opposto, rischiamo di scegliere una tecnologia economica per poi restare delusi del risultato e ritrovarci con un oggetto inutilizzabile.