Ultimo aggiornamento il 7 Giugno 2018 by Giulio Bigliardi
L’iniziativa è sostenuta da una partnership territoriale che comprende 10 scuole tra gli istituti che gestiscono licei e licei (“Manzoni” di Suzzara, come capofila, “Belfiore” di Mantova, “Falcone” di Asola, “Fermi” di Mantova; “Gonzaga” di Castiglione delle Stiviere, “Galilei” di Ostiglia, “Giulio Romani”, sede di Mantova, “Giulio Romano – Dal Prato” sede di Guidizzolo, “Virgilio” di Mantova) e i più importanti enti pubblici (Camera di Commercio, PromoImpresa – Borsa Merci, azienda speciale di Camera di Commercio, Provincia di Mantova, Ufficio Scolastico Territoriale, Rete Alternanza, Comune di Mantova e altri comuni, Politecnico di Milano – Polo territoriale di Mantova, ufficio Mantova e Sabbioneta patrimonio mondiale UNESCO).
L’obiettivo principale è stato quello di formare i giovani secondo l’esempio del maker movement, fornendo una preziosa esperienza di alternanza scuola – lavoro su artigianato digitale e valorizzazione – diffusione del patrimonio culturale.
Nello specifico, abbiamo lavorato con le classi del Sanfelice all’interno del Museo Civico Parazzi di Viadana, guidando gli studenti nella catalogazione, scansione e stampa di alcuni reperti della collezione Parazzi.
Abbiamo abbracciato con entusiasmo l’iniziativa di Cultura in digitale poiché la riteniamo in linea con i nostri intenti, essendo ormai da circa due anni impegnati nell’ambito della formazione.
La rapidità con cui le tecnologie per la fabbricazione digitale si stanno diffondendo non può essere trascurata: crediamo sia indispensabile fornire un’offerta formativa che includa un’idonea preparazione in un settore così ricco di potenzialità, che consenta ai giovani di prendere dimestichezza con una nuova e più versatile concezione del lavoro, in un mondo in continua trasformazione.
Le attività
Ogni fase, dal rilievo alla stampa, ha previsto lezioni teoriche introduttive sulle tecnologie da adottare e la loro utilità nel campo della digitalizzazione dei beni culturali.
La fase del rilievo
Per cominciare abbiamo proceduto alla scansione di alcuni reperti scelti utilizzando due tecnologie: lo scanner 3D a luce strutturata Scan in a Box e la fotomodellazione con il software Agisoft Photoscan. Entrambe permettono di eseguire dei rilievi senza entrare in contatto diretto con il reperto. A seconda della tipologia di opera da rilevare abbiamo stabilito quale fosse la tecnica più adatta: per gli oggetti più grandi è stato necessario lavorare con la fotogrammetria, mentre per oggetti più piccoli – che richiedono di norma una resa del dettaglio più elevata – abbiamo prediletto la scansione laser.
La dimestichezza con le tecnologie che i giovani hanno ormai per attitudine è una potenzialità che va sfruttata, cercando di proporre un contatto con l’opera d’arte che non sia puramente teorico ma anche e soprattutto fondato su un’esperienza pratica, tangibile. Per questo motivo, nonostante le ovvie difficoltà iniziali dovute all’approccio con nuovi software, i ragazzi hanno da subito mostrato un atteggiamento propositivo e interessato.
Molto importante sul piano formativo è stato inoltre l’apporto dell’istituzione museale, che in questo caso è stato per gli studenti molto più di un contenitore di oggetti distanti, ma un vero e proprio laboratorio in cui potersi esprimere e sperimentare.
La fase della stampa
Una volta ottenuto i modelli 3D digitali dei reperti scelti siamo passati alla stampa.
I reperti sono stati riprodotti con la tecnologia 3D FFF (Fused Filament Fabrication) usando come materiale il PLA.
La fase della stampa è quella che gli studenti seguono sempre con maggiore interesse poiché è qui che l’oggetto, da file digitale, acquista una sua materialità in un processo che avviene sotto i loro occhi. La scelta del materiale più adatto per la stampa ha due vantaggi: la conoscenza dei materiali con le relative potenzialità e di conseguenza l’accurata osservazione del reperto da riprodurre, della sua specificità.
Le tecnologie, dunque, possono essere utilizzate come utili “ponti” verso la scoperta e lo studio del patrimonio culturale, in particolare – come in questo caso- di quello locale.
La mostra
Lo scorso 7 aprile, presso il museo Civico A. Parazzi, gli studenti del Sanfelice hanno allestito una mostra in cui presentavano i risultati del lavoro svolto nelle precedenti settimane.
L’evento ha avuto una risonanza nazionale poiché inserita nella Settimana delle culture digitali ed è stato un utile momento di confronto in cui anche gli studenti hanno preso la parola, raccontando la propria esperienza di alternanza scuola lavoro della durata totale di ottanta ore.
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