Restauro in stampa 3D di un elemento archeologico per la Fondazione Aquileia
La Fondazione Aquileia ci ha commissionato il restauro in stampa 3D di un elemento archeologico: una vera da pozzo in pietra conservata solo per metà.
Tramite fotogrammetria digitale abbiamo rilevato la porzione conservata e con programmi di modellazione 3D abbiamo ricostruito digitalmente la porzione mancante. Quest’ultima l’abbiamo riprodotta in stampa 3D e rivestita con un rivestimento di pietra sintetica, in grado di conferirle un aspetto molto realistico, sia alla vista che al tatto.
Il rilievo 3D del reperto archeologico
Il rilievo 3D dei frammenti della vera da pozzo è stato eseguito tramite fotogrammetria digitale con il software 3D Flow Zephyr. Questa soluzione ci ha infatti permesso di ottenere un modello 3D molto dettagliato da un punto di vista geometrica e, allo stesso tempo, ci ha permesso di elaborare una texture ad altissima risoluzione, fondamentale come riferimento nella fase di decorazione della replica.
Il restauro virtuale del reperto archeologico
Partendo dal rilievo 3D come riferimento, tramite programmi di modellazione 3D e di scultura digitale abbiamo ricostruito la porzione mancante, eseguendo un vero e proprio restauro virtuale. La porzione ricostruita è stata poi ottimizzata per la successiva fase di stampa 3D.
Il restauro in stampa 3D del reperto archeologico originale
La porzione ricostruita è stata stampata in 3D con tecnologia a filamento, la tecnologia più efficace per la riproduzione di elementi di grande dimensioni e che non hanno un grado di dettaglio particolarmente elevato. La stampa 3D è proceduta per porzioni, che sono poi state assemblate tra loro. Successivamente si è proceduto con la levigatura e la stuccatura a mano per togliere i classici difetti propri della stampa 3D a filamento, in particolare i fastidiosi layers.
Sulla superficie della riproduzione è stato applicato un rivestimento di pietra sintetica, appositamente pigmentato e, successivamente, rifinito a mano per un colorazione effetto pietra. La vera da pozzo originale aveva una colorazione molto variegata dovuta all’invecchiamento, che non è stato omogeneo su tutta la superficie, creando così tonalità di grigio molto diverse tra loro. In casi come questi non è semplice scegliere la tonalità con cui decorare la riproduzione, abbiamo quindi optato per un grigio omogeneo e coerente con le tonalità dell’originale.
La riproduzione non è stata fissata all’originale in modo definitivo, ma solamente accostata, in modo tale da rendere ben evidente il limite tra la struttura archeologica originale e quella ricostruita tramite restauro in stampa 3D.
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