Il progetto
Abbiamo realizzato le riproduzioni di nove reperti archeologici per la mostra “Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità” (Modena – Foro Boario, 25 novembre 2017 – 8 aprile 2018) organizzata da Musei Civici di Modena e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna. L’esposizione si inserisce all’interno del più ampio progetto regionale “2200 anni lungo la via Emilia” che ha coinvolto oltre a Modena, anche Parma e Reggio Emilia.
Le nostre riproduzioni sono state posizionate all’interno del percorso di visita: in questo modo a fianco del reperto originale è presente la corrispondente riproduzione che può essere liberamente toccata. Le riproduzioni sono state realizzate in stampa 3D, utilizzando tecniche e materiali in grado di simulare perfettamente i materiali originali, sia alla vista che al tatto.
La scansione 3D
Il primo passo è stato il rilievo tiridimensionale ad alta risoluzione dei reperti archeologici selezionati. I rilievi sono stati eseguiti con Scan in a Box, uno scanner 3D a luce strutturata in grado di garantire un’acquisizione con un dettaglio molto elevato e in grado di rilevare oggetti di materiali molto vari: abbiamo facilmente rilevato oggetti in marmo, in terracotta e in metallo, alcuni di questi anche particolarmente scuri e lucidi (due caratteristiche che solitamente rendono difficile la scansione).
Le riproduzioni
Le riproduzioni sono state tutte realizzate attraverso la tecnologia della stampa 3D; in alcuni casi le riproduzioni esposte in mostra sono state semplicemente stampate, in altri casi le stampe sono state utilizzate come prototipi per poi realizzare stampi attraverso la tecnica del calco.
In generale, abbiamo utilizzato per ogni oggetto tecniche e materiali diversi, scelti per ottenere sempre il risultato il più realistico possibile.
La statuetta di lepre in bronzo (I sec. d.C.) è stata stampata con tecnologia SLS (Selective Laser Sintering), una particolare tecnologia che utilizza polimeri in forma di micropolveri. La stampa è stata post-lavorata manualmente: dopo una leggera levigatura, è stata dipinta con aerografo utilizzando una vernice a base di pigmenti metallici di bronzo; la superficie è stata poi anticata con un’apposita vernice per ricreare le tipiche ossidazioni nerastre.
Il reperto originale.
La nostra riproduzione.
La riproduzione esposta in mostra.
La riproduzione a fianco della vetrina in cui si trova l’originale.
Il guerriero in bronzo (II sec. d.C.) e l’insegna militare celtica in ferro sono stati stampati con tecnologia FFF (Fused Filament Fabrication) con una stampante WASP Delta 2040 e utilizzando un filamento contente l’80% di polvere di bronzo (all’epoca non esisteva ancora un filamento contente polvere di ferro). Successivamente, la stampa è stata ossidata artificialmente per ottenere una finitura superficiale realistica: con ossidazioni verdastre nel primo caso, con ossidazioni nero-rossastre nel secondo.
Un momento della post-lavorazione dell’insegna in ferro.
La riproduzione esposta in mostra.
Il bronzetto originale.
Un momento dell’ossidazione della stampa 3D.
Il statuetta di galletto in ceramica (prima meà del II sec. d.C.) e la lucerna in ceramica sono stati stampati con tecnologia SLS (Selective Laser Sintering) e le stampe sono state utilizzate per ottenere un calco in gomma siliconica. Il calco è stato utilizzato come stampo, all’interno del quale è stato colato gesso ceramico opportunamente pigmentato in modo da ottenere una tonalità simile a quella del reperto originale.
Il galletto originale.
La nostra riproduzione.
La riproduzione del galletto a fianco dell’originale.
La riproduzione della lucerna.
Una delle antefisse in terracotta provenienti dal santuario di Cittanova (fine III-II sec. a.C.) è stata stampata con tecnologia FFF con una stampante Rasie3D N2 Plus in PLA, una plastica derivata dalla lavorazione di scarti vegetali. La stampa, dopo essere stata post-lavorata per togliere il classico effetto layers, è stata utilizzata come prototipo per realizzare un calco in gomma siliconica; dentro lo stampo così ottenuto è stato colato gesso ceramico opportunamente pigmentato.
La testa marmorea di Ercole (II sec. d.C.) e il frammento architettonico in pietra (VII-IX sec. d.C.) sono stati realizzati in modo analogo, ma invece che utilizzare gesso ceramico, è stata utilizzata una resina in polvere in grado di simulare molto bene il marmo, sia alla vista che al tatto. Successivamente, la riproduzione è stata antichicata manualmente stendendo una patina nerastra.
La riproduzione della testa di Ercole esposta in mostra.
La riproduzione in marmo sintetico della testa di Ercole.
Un momento della realizzazione del calco.
Un momento della realizzazione del calco.
La riproduzione in marmo sintetico del frammento architettonico.
La riproduzione esposta in mostra a fianco dell’originale.
Il frammento di stucco figurato (metà del I sec. d.C.) è stato riprodotto in modo analogo alla testa di Ercole, ma invece che stendere una patina anticante, è stato applicato il colore, il più possibile simile a quello del reperto originale.
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Rassegna stampa
- “Mutina Splendidissima”, la città romana e la sua identità, Comune di Modena, 23 novembre 2017
- “Mutina Splendidissima”, la mostra per i 2.200 anni dalla fondazione inaugura sabato al Foro Boario – Sassuolo 2000, 23 novembre 2017